Cryptocoryne hudoroi
Bogner & Jacobsen (1985)
Famiglia: Araceae
Diffusione: Borneo (Kalimantan).
C. hudoroi è una pianta acquatica, alta 20-50 cm. Foglie con picciolo lungo 4-26 cm; lamina molto stretto-ellittica, a volte stretto-oblanceolata, lunga 7-30 cm, larga 2-5 cm, molto bollosa. Apice a punta; base arrotondata; margine leggermente ondulato. Colorazione verde medio, spesso con bordo marroncino; pagina inferiore a volte un po” più chiara oppure marroncina. Si tratta di una delle specie più belle e più consigliabili di Cryptocoryne importate negli ultimi anni.
Molto appariscenti le foglie fortemente bollose che ricordano Cryptocoryne aponogetifolia. Al contrario di questa specie, C. hudoroi, grazie alla sua minore altezza, è molto più adatta per la maggioranza degli acquari. In acqua tenera o di media durezza non
esistono problemi di coltivazione. Come materiale di fondo si consiglia sabbia o ghiaia con l’aggiunta di terriccio fertilizzante che stimola la crescita. La temperatura dell’acqua può oscillare tra 18 e 30 °C, ma 24-26 °C risultano ideali.
Marcescenza delle Cryptocoryne
Le Cryptocoryne sono piante delicate e in linea di principio vanno trapiantate il meno possibile. Spesso in coltura sommersa reagiscono a interventi di questo tipo con la cosiddetta marcescenza delle Cryptocoryne, che si manifesta con l’improvvisa e rapida decomposizione del fogliame. Questa marcescenza può anche verificarsi con piante che crescono bene. Non si tratta di una malattia, come a lungo supposto, ma di una reazione a modifiche nelle condizioni ambientali che provoca disturbi fisiologici nelle piante.
Fattori scatenanti possono essere un leggero cambiamento dei valori dell’acqua, dovuto per esempio a un cambio parziale, oppure la sostituzione di una lampada fluorescente bruciata. Entro pochi giorni la marcescenza può così distruggere completamente un rigoglioso gruppo di Cryptocoryne. Dopo un simile evento ci vuole molta pazienza prima che i rizomi nel materiale di fondo si riprendano e producano nuovi getti. Non tutte le specie reagiscono con la stessa sensibilità estrema a cambiamenti delle condizioni ambientali. Così si può per esempio osservare come C. undulata si disgrega improwisamente mentre nella stessa vasca C. wendtii continua a crescere perfettamente. Il modo migliore per prevenire questo fenomeno consiste nell’offrire condizioni ambientali stabili, per esempio effettuando regolarmente solo piccoli cambi parziali dell’acqua e somministrando il fertilizzante solo in piccole dosi a intervalli prolungati.
Bibliografia C. Kasselmann